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Creatività e innovazione: le ragioni del successo del Gruppo Gilmar, leader nella produzione e nella distribuzione di marchi di abbigliamento di proprietà – Iceberg e Ice Play – e in licenza – Paolo Pecora Milano e N°21.

Tutto ha origine dal polo di San Giovanni in Marignano – inaugurato nel 1985 e successivamente ampliato – dove ha sede la piattaforma logistica e produttiva, gli uffici stile e la prototipia, il controllo qualità e il reparto spedizioni. Il magazzino clienti è in grado di ospitare, con ordine e sistematicità, fino a 250.000 capi, in quella che viene chiamata “la giostra”, dove sostegni metallici e strutture mobili movimentano i capi.

Il polo – che si estende su 45.000 metri quadri – è sintesi di tradizione e tecnologia, garantendo un servizio ineccepibile nella gestione delle consegne e dei riassortimenti.

Un’organizzazione in piena espansione, che sviluppa un’ampia gamma di prodotto: dal prêt-à-porter di fascia alta, alle linee giovani. Sempre seguendo un percorso di crescita in termini di stile, tecnologia e comunicazione.

Gilmar ancora oggi è completamente in mano alla famiglia fondatrice di cui Silvano Gerani è il Presidente in carica, Paolo Gerani è Amministratore Delegato, Direttore Artistico e guida operativa, Giuliana Marchini è una figura attiva nel consiglio di amministrazione mentre Patrizia Gerani è responsabile dello stile, attiva nel Cda e nello sviluppo della creatività.

LA NOSTRA STORIA

Ci sono storie, in questo sorprendente paese che è l’Italia, che sembrano riassumere interi periodi di vita. Concentrare l’energia e il coraggio di una creatività tumultuosa. Sottolineare la capacità di inventare e intraprendere. Storie eccezionali, vissute con normalità. Giuliana Marchini aveva 15 anni e abitava a Cattolica dove il padre Luigi, dopo un periodo di dura gavetta, aveva avviato una piccola azienda di trasporti. Erano gli anni Cinquanta, momento difficile, di sacrifici veri, e il bilancio della famiglia non bastava a garantire gli studi di questa ragazza curiosa e vivace, che aveva ben chiare le idee sul suo futuro: imparare un mestiere. Come quello della sua vicina di casa, che faceva la magliaia. Un lavoro manuale ricco e sofisticato, molto complesso, che tratta un materiale vivo.

Apprendere la tecnica era semplice, ma poi come fare se il desiderio era quello dell’indipendenza e mettersi in proprio il sogno più grande? Chiedere aiuto in famiglia, il welfare italiano più sicuro. Luigi Marchini, che sa valutare i progetti e le ambizioni della figlia, non esita e con la sua firma presso il Credito Romagnolo garantisce l’acquisto della prima macchina da maglieria.

ALL’INIZIO DELL’IMPRESA
La macchina appena acquistata finisce nel soggiorno di casa e non è che la prima della serie. Arrivano anche altre ragazze a dare una mano, perché il lavoro è tanto e non conosce orari. Si comincia alle sei del mattino e si finisce la sera a mezzanotte dopo aver concluso anche l’ultima fase, che era il lavaggio delle maglie. Nella lavatrice di casa, ovviamente.

Si era sparsa la voce che c’era una giovane magliaia, che confezionava capi su misura, e non mancavano i clienti. Ma presto cominciarono ad arrivare anche i primi negozi di abbigliamento, che avevano nomi ambiziosi tipo Chic Parisien, di Rimini. Cominciava così un percorso imprenditoriale, che si sviluppa naturalmente sul passaparola dei clienti soddisfatti. La distribuzione si allarga alla Romagna e all’Emilia, quindi con l’aiuto dei rappresentanti supera i confini della regione. A questo punto si impone il salto di qualità: bisogna preparare un campionario. Non più pezzi su misura per il singolo cliente, ma una serie di capi da produrre e consegnare su vasta scala. La fantasiosa magliaia di paese diventa imprenditrice. Piccola magari, ma come aveva sempre sognato, imprenditrice.

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